La gravidanza per una donna rappresenta un periodo molto particolare, il corpo cambia, possono comparire sintomi fisici molto sgradevoli, lo stile di vita si modifica in funzione del bambino che nascerà e tutto questo provoca un’altalena di emozioni che può far affermare alle donne di aver avuto una gravidanza stupenda o un periodo pieno di difficoltà.
Durante il periodo di gestazione sono molti gli esami da effettuare come screening prenatale. Purtroppo, molte donne, che abbiano programmato o meno la gravidanza, si ritrovano a prenotare questi esami solo quando ne fa richiesta il ginecologo, ormai troppo tardi per trovare un appuntamento tramite il sistema sanitario regionale.
Il primo esame che viene effettuato, generalmente dopo l’esito positivo del test di gravidanza, è quello del dosaggio delle Beta hCg. Ovviamente è opportuno contattare subito il proprio ginecologo ed effettuare la prima ecografia che dovrebbe avvenire entro le 10 settimane. In questa prima visita il ginecologo misurerà peso corporeo e pressione arteriosa della futura mamma e richiederà i primi esami del sangue e delle urine. Questa prima visita è per i futuri genitori forse la più emozionante, poiché si potrà ascoltare per la prima volta il battito del bambino.
Circa ogni mese le future mamme dovranno sottoporsi agli esami di routine, ossia visite ginecologiche, esami ematici ed ecografie ostetriche. Questi esami sono atti a monitorare lo stato di salute della mamma ed il corretto sviluppo del feto.
Lo screening prenatale è essenziale per individuare precocemente alterazioni o patologie nel feto o nella madre stessa, al fine di poter effettuare tempestive terapie sin dai primi momenti di vita del bambino.
È consuetudine effettuare tra l’undicesima e la tredicesima settimana, in aggiunta alle analisi di routine mensili, il cosiddetto Bitest, che consiste nel combinare, all’ecografia ostetrica per traslucenza nucale, un prelievo del sangue per il dosaggio della free β-hCG e PAPP-A al fine di valutare il rischio di patologie cromosomiche o cardiopatie. Fra le patologie oggetto d’esame rientrano la Sindrome di Down, Trisomia 21, Trisomia 18, Trisomia 13, Onfalocele (una malformazione congenita grave), Ernia diaframmatica. L’ecografia ostetrica per traslucenza nucale permette di valutare, attraverso le immagini ecografiche, l’ampiezza della traslucenza nucale, ovvero l’interspazio presente fra la nuca ed i tessuti molli del feto.
Ci sono, poi, numerosi esami di screening “facoltativi”, che i genitori posso scegliere di effettuare come: il dna fetale, l’amniocentesi, la villocentesi, l’ecocardiografia fetale, ecc. Tutti questi esami possono rendersi necessari se lo specialista ritiene che debbano essere effettuati.
Se tutto procede nella norma, nel secondo trimestre, sempre in aggiunta alle analisi di routine, è da effettuare l’ecografia morfologica. Con questo esame si va ad analizzare la morfologia del feto; per i genitori è un’altra tappa importante, essendo questo il momento in cui si potrà scoprire il sesso del nascituro e soprattutto, si distingueranno perfettamente il volto e gli arti del bambino. Attualmente i nuovi macchinari ecografici riescono anche a realizzare delle immagini 3D.
Nell’ultimo trimestre occorre invece effettuare la flussimetria (o ecografia dell’accrescimento). Questo esame studia il flusso della circolazione del sangue nel feto, nel cordone ombelicale e nella placenta, si stima inoltre il peso e la lunghezza del bambino.
Questo ultimo periodo è il momento in cui occorre effettuare la visita anestesiologica necessaria per tutte le mamme che effettueranno un parto cesareo programmato o, in casi critici, un parto d’urgenza. Questa visita è comunque indispensabile anche per tutte coloro che intendono usufruire durante il travaglio dell’anestesia epidurale.
L’ultimo mese, il più “lungo” per tutte le mamme, infatti prevede oltre le analisi del sangue, devono essere svolti i tamponi cervicale, vaginale e rettale per escludere infezioni vagino-rettali che possano infettare il bambino durante il travaglio o il parto.
Tutti questi esami, facoltativi e no, sono per i genitori una spesa da preventivare e gestire ma sono soprattutto un legame con il futuro bambino, perché, oltre che sentire il battito del suo cuore, vedere i suoi primi movimenti e il suo viso, è un modo concreto per iniziare a prendersi cura di lui o di lei ancor prima che veda la luce.
Maria Chiara Montrone, Lumi Online Journal