Abbiamo assistito a Callas, il coinvolgente spettacolo che la Nestor Theater Company ha portato in scena al Teatro degli Audaci di Roma, un viaggio appassionante nella vita della leggendaria soprano Maria Callas. Una narrazione che mescola arte, emozioni e riflessioni profonde sul destino di una delle voci più iconiche della storia della musica. Al termine della rappresentazione, abbiamo intervistato Kevin Arduini, Direttore artistico e sceneggiatore della compagnia, per esplorare il processo creativo dietro questo progetto teatrale e scoprire le sfumature che hanno reso Callas così speciale. Ecco cosa ci ha raccontato.
Kevin, dopo aver portato in scena la vita dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria e quella di Leonardo, hai deciso di raccontare Maria Callas. Un interesse per vite straordinarie, ma anche profondamente segnate da tragedie e complessità. Come mai?
“Esattamente, ma la risposta è semplice: perché dei grandi personaggi mi affascina terribilmente il loro lato umano; quasi divinizzati, ma in realtà esseri umani meravigliosamente fragili, proprio come ognuno di noi. Con i miei artisti scaviamo delicatamente, e cerchiamo di fare luce attraverso studi ed “esperimenti” artistici su quelle che erano le vere personalità, è la verità che ci interessa e che portiamo in scena”
Parli soprattutto di Maria e non della “Divina Callas”, cosa ti ha colpito di lei?
“Parlo e parliamo di una Maria che andava alla ricerca di una relazione che potesse colmare le sue ferite e mancanze, una Maria alla ricerca di un amore, una Maria che forse amava sé stessa molto più sulla scena che nella vita reale, come in un sogno che poi svaniva, un’illusione. Come ben sappiamo, se il bene non viene prima dato a noi stessi, se non impariamo ad amarci, è molto difficile riuscire ad amare chiunque altro. Di Maria Callas mi ha colpito questo: il suo essere combattiva, forte ma incredibilmente fragile.”
Perché la hai voluta raccontare?
“Volevo far arrivare al pubblico la sua alternanza incredibile negli stati d’animo che mi ha colpito profondamente e che ho cercato, anche facendo un lavoro con i miei straordinari artisti della Compagnia, di far arrivare al pubblico.
Mi ha colpito la mutabilità del suo essere: sole, nuvole, pioggia in un battibaleno, la dicotomia tra la diva e la donna.”
Cosa volevi trasmettere al pubblico di questa artista al pubblico? Cosa volevi che arrivasse di lei?
“Come già detto, sicuramente non solo la voce e le interpretazioni divine, ma cosa si celasse dietro i riflettori.”
Come ti sei documento e preparato per scrivere lo spettacolo?
“Ho letto alcuni libri, visto documentari, mi sono suggestionato e artisticamente innamorato di questa donna e artista, così da sentirla quasi del tutto mia ed esprimerla attraverso uno spettacolo dedicato di danza, canto, musica, arti figurative, recitazione.”
Nello spettacolo sulla Callas è presente anche Frida Khalo. Come mai questa scelta di aggiungere una figura che non ha conosciuto Maria Callas, in uno spettacolo su di lei?
“Perché è un’altra donna simbolo del 900 e ho fatto la scelta un po’ fuori da logiche di tempo e razionalità, di accostarle semplicemente attraverso la loro arte. Arte che raggiunge, arte che annulla distanze di ogni genere, arte che rende tutto possibile ed etereo, quindi ecco che Frida Khalo imprime su tela durante tutto lo spettacolo emozioni e sensazioni di ciò che accade in scena; sfumature e tinte più forti che proprio a fine spettacolo mostra al pubblico, realizzando ogni volta dal vivo un dipinto che ritrae proprio Maria Callas sotto forma di ritratto.”
Altre date di scena?
“Saremo in Sardegna in un importante Teatro Lirico il 14 e il 15 novembre, Ariston di Gaeta 20 novembre, 28 novembre al Trianon – uno dei teatri più importanti di Napoli -, e poi partiremo per una importante tournée estera tra Bosnia Erzegovina, Croazia e Serbia, tra cui anche il Teatro Nazionale di Belgrado.”
Prossimi progetti e il futuro della Nestor?
“La compagnia ogni anno ha una nuova produzione, ho in serbo un nuovo spettacolo su un grande personaggio della storia di Roma, che vedrà la luce proprio nei primi mesi del 2025, prevista già la messa in scena in importanti teatri. La Nestor Theater Company continua la sua missione artistica, il mio scopo è quello di far arrivare il significato profondo di ciò che faccio a tutti, che il teatro possa diventare casa di emozioni condivise per ognuno. Mia grande prerogativa è quella, attraverso le anime degli artisti che vedete in scena, possa arrivare sempre più una verità, verità dell’essere, in cui ognuno in piccola o grande parte possa riconoscersi, visualizzarsi.”
Elisa Marino, Lumi Online Journal