L’Islam, una delle religioni più grandi e potenti del mondo, capace di resistere per secoli, aggregando una notevole quantità di fedeli. Ma come e dove nacque? Chi la fondò? La storia di questa religione è, per quanto riguarda almeno la sua nascita, abbastanza lineare, nonostante poi tenda ad aggravarsi con le varie deviazioni e ramificazioni, creando un puzzle complesso, nel quale ancora oggi molti fedeli si trovano aggrovigliati con i propri ideali.
Per arrivare alla fondazione dell’Islam bisogna anzitutto narrare la vita e le gesta di Maometto. Egli nacque nel 570 ca. d.C. a La Mecca, divenendo pastore e cammelliere, viaggiando in lungo e largo con le carovane. Migliorò notevolmente la propria condizione nel 595 d.C. quando sposò Khadigia, due volte vedova e titolare di una impresa carovaniera: da lei ebbe la figlia prediletta, Fatima. Nel 610 d.C. risalgono le prime esperienze mistiche di Maometto: convulsioni, voci, segnali, il tutto accompagnato da febbre altissima. Fu nel 611 d.C., un anno dopo queste prime esperienze, che sul monte Hira (chiamato poi al-jabal an-Nur, cioè “Monte della Luce”) apparve l’arcangelo Gabriele, che considerò Maometto come l’inviato di Allah.
La predicazione di Maometto non iniziò subito: egli si limitò a confessare queste esperienze alle persone più care e vicine, iniziando la vera predicazione soltanto molti anni dopo, poco prima del 620 d.C.; tuttavia, fu pesantemente osteggiato, soprattutto dall’aristocrazia mercantile che si arricchiva sul pellegrinaggio alla Kaʿba (Kaaba, in italiano). Molti suoi sostenitori dovettero fuggire altrove, e lo stesso Maometto si rifugiò a Yatrib, dove il suo messaggio venne accettato molto più serenamente. Questa fuga è conosciuta come Hijra (Egira, in italiano, che significa letteralmente “migrazione”).
Il 622 d.C. segna l’inizio della nuova era per tutti i paesi musulmani. La nuova fede impose un sistema calendariale basato su 354 giorni distinti in 12 mesi, e il Profeta riuscì a legare rapporti tra i muhajirun (i “migranti”, coloro che lo avevano seguito nell’Egira) e gli ansar (i nuovi alleati, coloro che lo avevano accolto, quindi l’intera città di Yatrib). Anche la stessa città cambiò nome: Yatrib venne rinominata al-Madina (che in arabo significa “la città” per eccellenza). Da Medina partì la conquista, divenendo anche la prima città nella quale il Profeta delimitò la masgid, cioè il luogo nel quale ci si prosterna (da qui il termine italiano “moschea”).
Cominciava a profilarsi anche uno scontro con le società ebraiche: nonostante Maometto provasse simpatia nei loro confronti, riconoscendone il ruolo di Popolo Eletto da Dio, ammirandone addirittura il rigoroso monoteismo. Nonostante ciò, l’autorevolezza del Profeta s’impose: anche i meccani, la città che lo aveva cacciato nel 622 d.C., dovettero sottomettersi. Da questo momento in poi, La Mecca sostituì Gerusalemme come città sacra per eccellenza; il culto del santuario della Kaaba divenne meta di un pellegrinaggio chiamato haj, obbligatorio per qualunque buon musulmano almeno una volta nella vita. Maometto venne a mancare nel 632 d.C., scegliendo Medina come città di sepoltura e lasciando il mondo arabo nella confusione più totale: difatti, non era stato creato uno stato. Maometto fu un capo temporale e spirituale, ma non divenne mai un re. Prima di spirare, riuscì a compiere il pellegrinaggio alla Mecca, presentando il proprio testamento spirituale, nel quale non si faceva cenno all’assetto politico da conferire alla comunità.
Ma cos’è l’Islam? Niente di più semplice: è un termine arabo che definisce tutti coloro che si denominano “islamici” o, più propriamente, “musulmani“. Si tratta di una fede a carattere universalistico, non connessa ad alcun gruppo etnico, con Maometto al centro come unico ed ultimo profeta di Dio. Risulta improprio sostenere che Maometto fu il fondatore di una nuova religione, poiché egli si considerava piuttosto come un “restauratore” del monoteismo abramitico, che l’ebraismo aveva stravolto. Nell’ebraismo Isacco, figlio di Abramo, ha un ruolo centrale come capostipite degli ebrei, mentre nell’Islam tale ruolo spetta a Ismaele, considerato capostipite degli arabi.
L’Islam fu idea di un singolo uomo carismatico, un fedele storicamente e probabilmente vissuto, a cui piaceva piuttosto essere un restauratore e che non diede alcun vero ordinamento politico all’intero mondo arabo, nonostante fosse l’artefice di tale unione, riconoscendo quindi la probabile bontà delle proprie azioni.
Raoul Ciaffone, Lumi Online Journal