Recuperate 600 Opere Trafugate da Robin Symes, noto trafficante internazionale di antichità, che esportò illegalmente innumerevoli opere d’arte dagli scavi clandestini del centro-sud Italia. Grazie alla cooperazione tra i Carabinieri TPC, la Procura italiana, il New York District Attorney’s Office e Homeland Security, le preziose antichità sono state recuperate.
Ebbene sì, le circa seicento opere di Symes esportate illegalmente negli USA, sono finalmente state restituite all’Italia. La datazione è compresa tra IX secolo a.C. e II secolo d.C. e appartengono alla cultura artistica villanoviana, etrusca, magno-greca, sannita, apula e romano-imperiale. Queste opere arrivano da scavi clandestini nel centro-sud dell’Italia, oltre che da furti in chiese, musei e privati. Centrale in questa vicenda è la figura di Robin Symes, noto trafficante internazionale di antichità, che fece diventare questo commercio illegale verso gli ignari musei di tutto il mondo, una vera e propria professione. Il recente recupero è stato frutto della cooperazione dei Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale (TPC), la Procura e il New York District Attorney’s Office e Homeland Security Investigations statunitense. Tra le opere ci sono oggetti in ceramica (vasi villanoviani, buccheri, anfore e crateri apuli, ceramiche figurate ateniese), un calderone bronzeo orientalizzante con teste di grifo, lastre etrusche dipinte, una corona d’oro e coppe cesellate in argento: un tesoro dal valore minimo di 12 milioni di euro.
Il mosaico di Orfeo
Fra gli oggetti recuperati, è presente un mosaico di IV secolo d.C. circa, raffigurante il mito di Orfeo, che con la sua lira incanta gli animali selvaggi. Il reperto emerse in scavi illeciti in Sicilia prima del 1991, per poi essere riconosciuto e ritrovato nella collezione privata di un collezionista di New York.

Rinvenimenti numismatici
Tra i ritrovamenti ci sono innumerevoli monete, tra cui un tetradramma da Naxos (Nasso) in argento di IV secolo a.C. con Dioniso sul dritto e Sileno sul retro, anch’esso emerso in scavi illeciti in Sicilia prima del 2013, esportato illegalmente nel Regno Unito e infine sequestrato a New York nel 2023; una moneta in argento di Traiano, rubata nel 1978 dal Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro e scovata in una casa d’aste di Lancaster (Philadelphia, USA); altre monete in oro rubate nel 2009 dal Museo Archeologico Nazionale di Parma ed emerse in case d’asta di New York, Dallas, Los Angeles, Chicago e Puerto Rico.
Armi e sculture
Non solo monete: saranno restituite al nostro paese anche una corazza e due teste in bronzo del IV-III secolo a.C., derivanti da scavi clandestini sempre in sud-Italia e ritrovate presso un noto gallerista di New York. In più, altre teste di marmo e bronzo, un bronzetto umbro di un guerriero, rubato nel 1962 in un museo italiano e riconosciuto successivamente in un museo statunitense, una statua in bronzo di principe ellenistico a grandezza naturale del I secolo a.C., provenienti sempre da scavi clandestini perpetrati negli anni Settanta nel sud-Italia e ritrovati nel New Jersey (Stati Uniti), verranno resi all’Italia.

Dipinti
Per questa sezione di opere ci troviamo più avanti nei secoli, trattandosi principalmente di un dipinto a olio di Madonna Assunta del 1851 del pittore Giuseppe Pappini, trafugato il 2 maggio 2002 dall’Abbazia Benedettina in provincia di Pordenone ed emerso presso un gallerista di Dallas; una coppia di dipinti ovali a olio del Seicento – raffiguranti natura morta – rubati nel 1997 da un’abitazione privata di Cucciago (Como) e riemersi sempre in una casa d’aste di Los Angeles; e infine, il dipinto a olio “A Mediterranean Harbor Scene” dell’artista olandese Hendrik van Minderhout, rubato nel 2004 a un privato cittadino salernitano e ritrovato in una galleria di New Orleans.
Documenti
Non ci si ferma solamente ai reperti antichi, ai dipinti o alle monete, nella restituzione saranno incluse anche la pergamena manoscritta chiamata “Waldipertus Land Grant Document“, Benevento, Italia, 821 (Inventario Arca I 13) e la pergamena “Martinus Land Sale Document“, epoca 823, Benevento, Italia (Inventario Arca I 37), oltre ad altro materiale d’archivio e bibliografico databile tra il 1800 e il 1979, rubato nel 2004 dall’archivio storico della provincia di Pescara e ritrovato in una galleria di Binghamton (New York).
Andrea Campione, Lumi Online Journal