Scienze motorie ed educazione in Italia: dal militarismo al benessere.

Le scienze motorie sono la disciplina che studia il movimento umano nella complessità delle sue implicazioni che spaziano dai risvolti biomedici, psicologici e sociologici. Attualmente queste hanno iniziato a toccare anche discipline economiche e giuridiche rimarcando la sua continua evoluzione da metà dell’Ottocento ad oggi.

Sebbene l’insegnamento della ginnastica, nel contesto europeo, fosse già presente in Prussia (con Spiess), i primi passi delle scienze motorie in termini di educazione fisica in Italia hanno profonde radici che partono dal 1833. In quell’anno, venne convocato lo svizzero R. Obermann dal Ministro della guerra del regno sabaudo per istruire le truppe artigliere, le quali, a causa della leva obbligatoria, non erano pronte per affrontare reali conflitti bellici. Le finalità dell’insegnamento erano prettamente legate alla disciplina, al rigore, al senso di appartenenza e allo sviluppo del coraggio oltre che all’efficienza fisica. La rivoluzione in campo sociale che portò R. Obermann però non fu legata al mero utilizzo dell’educazione fisica come mezzo di preparazione militare, ma all’equiparazione di genere nella pratica ginnica e nel concepire il movimento come mezzo che ha reali ripercussioni fisiologiche e psicologiche nell’individuo. Purtroppo, le intuizioni pionieristiche di Obermann trovarono un’infelice evoluzione con il periodo totalitarista italiano: il fascismo.

L’educazione fisica durante il ventennio fascista venne affidata, nel 1926, all’Opera Nazionale Balilla, la quale aveva come scopo la formazione di allievi-soldati, riprendendo l’accezione puramente militarista e sfruttando in modo perverso le funzioni pedagogiche intuite da Obermann. Nel 1932 a sostegno del cruciale ruolo dell’educazione fisica nell’ideale fascista, venne inaugurato il Foro Mussolini, complesso monumentale che includeva l’ex accademia di educazione fisica (ora sede del CONI), il collegio della musica (ora Università degli studi di Roma “Foro Italico”) e il palazzo delle Terme (Piscina dei Mosaici). Nel complesso sono presenti anche lo stadio dei marmi (campo di atletica in stile ellenico, nel quale mussolini si incarnava) e l’obelisco dedicato al duce che è il più grande monolita marmoreo estratto dalle Alpi Apuane.

Nel corso del ‘900, dopo la caduta del fascismo, l’educazione fisica venne affidata al ministero dell’istruzione, università e ricerca, il quale pose l’accento sulle finalità pedagogiche che le scienze motorie potevano offrire all’età dello sviluppo. Vennero fondati gli ISEF (Istituti superiori di educazione fisica) su tutto il territorio nazionale che nel 1998 vennero convertiti in facoltà di Scienze motorie e sportive. Durante quest’ultimo passaggio la concezione della disciplina si ampliò ulteriormente arrivando all’accezione contemporanea che vede i laureati operare in molti campi diversi, passando dalla psicomotricità, alla ginnastica dolce; dalla riabilitazione, alla prevenzione di patologie; dall’agonismo, al management sportivo.

Le scienze motorie sono un bellissimo racconto di come può nascere, dall’oscurità della guerra e dei conflitti mondiali, un mezzo che realmente impatta positivamente sulla società e sul benessere di tutti. Basti pensare all’iniziale obiettivo di offesa che oggi la disciplina ripugna identificandosi nell’ideale di benessere personale e sociale pregno, anche nelle sue forme più competitive, dei valori di fair play, di rispetto e di uguaglianza.

Nicolò Loreti, Lumi Online Journal

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