Il sito archeologico di Pompei, tra i più visitati al mondo, offre un’affascinante immagine del massimo splendore della vita urbana dell’Impero Romano, ma, non dimentichiamo, è anche il tragico risultato di una catastrofe.
Il sito archeologico di Pompei, situato nell’Italia meridionale è uno dei più famosi e visitati al mondo. Scoperto alla metà del XVIII secolo, quando il re di Napoli Carlo III diede l’incarico ad un ingegnere militare spagnolo di nome Roque Joaquín de Alcubierre di indagare l’area di Ercolano e Pompei, città che erano state sommerse dalla lava incandescente del Vesuvio nel I secolo d.C., di cui si conservava un labile ricordo nelle fonti storiche antiche. I primi scavi vennero effettuati nel 1748 nella città di Ercolano, mentre Pompei venne scoperta qualche anno più tardi nel 1763, quando la squadra guidata da Alcubierre trovò un’epigrafe in latino nei pressi dell’Anfiteatro di Pompei che recitava “Res Publica Pompeianorum”. Questo straordinario reperto confermò che la squadra stava riportando alla luce proprio la città che fu sommersa dai lapilli del Vesuvio nel 79 d.C. Da quel 1763 si sono susseguite molte campagne di scavo archeologico che pian piano hanno fatto riemergere la città campana in tutto il suo splendore, e ancora adesso Pompei continua ad essere studiata assiduamente dagli archeologi, tanto che molto spesso vengono scoperti nuovi reperti che creano stupore ancora oggi per la loro importanza.
Ma perché la città di Pompei è così importante per gli archeologi?
La risposta è semplice: la cenere vulcanica e i lapilli che hanno sommerso la città hanno praticamente fermato il tempo in un momento ben preciso. Ciò significa che il sito di Pompei è praticamente una fotografia, un’istantanea di quello che doveva essere la vita in un centro urbano dell’Impero Romano al massimo splendore. In nessun sito archeologico di epoca romana, neanche nella stessa capitale dell’Impero, si possono avere delle evidenze archeologiche del I secolo così dettagliate. Infatti, sono molti gli affreschi e i mosaici che a seguito delle colate di cenere ed un sapiente lavoro di restauro nei secoli dopo la scoperta sono riemersi: la prima cosa che salta all’occhio è l’effettiva maestosità e bellezza di questi affreschi. Così come per la bellezza, sono tuttavia emersi anche gli ultimi strazianti attimi di vita dei cittadini pompeiani. In effetti, anche lo studio dei corpi umani di Pompei è molto differente rispetto agli scheletri che si trovano frequentemente nei contesti archeologici. Questo appare abbastanza ovvio se consideriamo che tutte le vittime sono state colte di sorpresa, un’impressione davvero stupefacente che si palesa studiando i loro volti e le loro ossa, dai quali si percepisce tutta la paura e lo sgomento per la catastrofe dell’eruzione. Tutto questo ci deve far capire che, nonostante Pompei sia un sito archeologico meraviglioso, è stato anche il frutto di una tragedia che ha sepolto e cristallizzato un’antica città romana all’apice della sua ricchezza, oltre ad aver violentemente spezzato migliaia di vite umane.
Emiliano Ancarola, Lumi Online Journal