Una scoperta archeologica nella regione di Jiroft, Iran, rivela il più antico rossetto mai ritrovato, permettendoci di conoscere i più sulla produzione cosmetica dell’antica civiltà iraniana.
Nella regione di Jiroft, provincia di Kerman (Iran), è emerso un flacone in clorite, databile tra il 1936 e il 1687 a.C., sulla base delle analisi al C14 (carbonio-14). La fiala mostra fini incisioni e somiglia a una canna palustre, tipico contenitore delle società proto-urbane. Conteneva al suo interno un preparato cosmetico rosso cupo, a base di ematite, manganite, braunite, galena e anglesite, il tutto mescolato a cere e oli vegetali. Il composto è stato analizzato tramite raggi X, SEM (microscopio elettronico a scansione), cromatografia e spettrometria. A differenza degli altri cosmetici emersi in Iran, questo “rossetto” mostra basso contenuto di piombo ed è quindi plausibile che i produttori fossero a conoscenza dei rischi di un’ingestione orale del piombo, una novità considerando che parliamo di circa 4000 anni fa.
Lo studio è frutto di una ricerca congiunta dell’Università di Padova e quella di Teheran. I risultati ottenuti sono stati raccolti nell’articolo “A Bronze Age lip-paint from southeastern Iran“, pubblicato sulla rivista Scientific Reports. Questa scoperta si inserisce in un filone di ricerca sulla produzione cosmetica in Iran tra cinquemila e quattromila anni fa. In Iran, la produzione cosmetica è un ramo collaterale della produzione metallurgica; infatti, è grazie alle conoscenze sui composti metallici naturali e sintetici che si cominciano a produrre cosmetici, tra cui kohl (matita nera per gli occhi), fondotinta a base di carbonato di piombo (biacca) e ombretti che, con cloro-carbonati di rame e piombo e urea, viravano il colore chiaro verso l’azzurro e il verde.
In conclusione, questa scoperta ha praticamente fatto emergere il più antico rossetto mai ritrovato, risalente a quattromila anni fa, e ha gettato nuova luce sulla produzione cosmetica antica, un settore spesso poco studiato e analizzato, nonostante sia ricco e variegato e andrebbe indagato in modo ancora più approfondito al fine di comprendere meglio la società antica.
Andrea Campione, Lumi Online Journal