Dal Varese della “Mosca Atomica” alle finali NBA: lo sport di prima e di dopo

In Italia il basket è sempre stato uno sport seguito e praticato da molti. Mai riconosciuto come il calcio, anche a causa di pochi successi internazionali, ha segnato grandi momenti che si incastonano nelle memorie e nei cuori dei fan più appassionati.

Quando oggi si parla di basket si pensa ai grandi Gallinari e Belinelli. Gallinari, ormai star NBA e Belinelli, vincitore dell’all-star game per la gara dei tiri da tre punti e membro dei San Antonio Spurs che vinsero il titolo nel 2014 contro i Miami Heats di Lebron. Il basket di oggi ha un respiro internazionale, fatto di fama e precisione, dove ogni aspetto della vita del cestista professionista è calcolato e gestito, sia per quanto riguardo la performance sportiva che la propria vita privata. La match analysis è pane quotidiano di ogni atleta, che può verificare il suo andamento tramite le statistiche personali e la visione commentata della partita durante gli allenamenti successivi. Gli allenamenti sono seguiti da uno staff pieno di figure scientifiche che misurano ogni singolo carico di allenamento degli atleti, mentre medici, fisioterapisti, psicologi e osteopati seguono il loro andamento sportivo in tutti i suoi aspetti. Oltretutto, anche il quotidiano è sotto controllo dello staff dei top player; infatti, nell’intervista del giornalista Pif a Gallinari, nel lontano 2011, il “Gallo” spiega che la league in america tiene anche corsi veri e propri di gestione della fama e dei rapporti interpersonali. “Organizza –la lega– un corso di tre giorni, in New Jersey, in un posto disperso, dalle otto di mattina alle otto di sera, in cui ti spiegano come gestire le donne, il galateo a tavola, come parlare con i giornalisti, gestire i soldi. Se un giocatore va sui giornali e ha avuto dei casini perché ha divorziato: è una brutta immagine per l’NBA”. 

Ma il basket come lo conosciamo adesso è molto lontano da quello che ha affascinato il movimento cestistico italiano contemporaneo di cui gli stessi Gallinari e Belinelli sono figli. Questo fonda le sue radici nelle Olimpiadi di Atene 2004 e nel torneo amichevole che si tenne a Colonia nello stesso anno, dove un gruppo di “scapestrati” italiani arrivò sul tetto del mondo vincendo la medaglia d’argento ai giochi (contro l’insormontabile Lituania) e un ancor più memorabile successo contro il dream Team USA in cui erano presenti Lebron, Duncan, Iverson, Wade e Anthony. Il team di azzurri, guidato da un ancor poco mediatico Pozzecco, aveva dinamiche che oggi definiremmo “da campetto” con aneddoti poco ortodossi che fanno storcere il naso ai puristi dello “sport come professione”. Lo stesso Pozzecco, definito la “Mosca Atomica” – sicuramente figura controversa dal punto di vista dell’etica sportiva -, racconta episodi di uno sport primordiale, non inteso come uso degli antichi, ma come senso fondante di tutto il sistema sportivo contemporaneo: il divertimento. A “Sfide” su Rai Tre nel 2012, racconta: “Mentre andavamo a giocare a Bologna – semifinali di scudetto – avevano organizzato a Parma la fiera del formaggio. Alle due arriviamo a Parma, scendiamo dal pullman e il Menego – Menegin – non può mangiare il formaggio. […] Allora ha iniziato a bere dei gran bicchieri di vino e io, per fargli compagnia, ho iniziato a bere anch’io. […] Io mi ricordo che alla fine di quella partita feci 33 punti e il Menego ha segnato il canestro della vittoria. Quindi, quel giorno abbiamo dimostrato che abbiamo battuto la squadra più forte, secondo me, che c’è stata di sempre in Italia, stordendoci il giorno stesso e mangiando fonduta… questo è quello che eravamo noi.”

Andare avanti non significa migliorare, come rimanere nel passato non significa avere ragione. Lo sport, come la società stessa, evolve e muta in continuazione. L’importante è sempre mantenere saldi i fondamenti dello sport e i principi fondanti: lo sport è divertimento e fair play. Il passato rende possibile il contemporaneo e il contemporaneo dà valore al passato.

Nicolò Loreti, Lumi Online Journal

Lascia un commento