Febbraio negli Stati Uniti è il Black History Month, dedicato al contributo sociale delle persone afroamericane. Ma eventi recenti come la morte di George Floyd evidenziano la persistenza delle ingiustizie. Ma come possiamo utilizzare questo mese per promuovere una comprensione più profonda e combattere il razzismo in modo continuo? Ecco perché ci servono opere come “The Hate U Give” di Angie Thomas.
A febbraio, ogni anno, negli Stati Uniti, si celebra il Black History Month, ovvero il Mese della Storia Nera. L’idea di questa celebrazione nacque dalla mente di Carter G. Woodson, intraprendente figlio di genitori schiavi che, nonostante le difficoltà, riuscì a conseguire il dottorato in storia ad Harvard nel primi anni del 1900. Woodson conseguì questo titolo in un periodo in cui i pregiudizi verso le persone di nere erano ancora molto forti: si credeva infatti fossero una comunità ignorante, non istruita, non cosciente nemmeno della loro posizione sociale. Per Woodson divenne essenziale l’abbattimento di questi preconcetti, rendendo noti i contributi dei neri alla società.
A 50 anni dall’emancipazione degli schiavi, nel 1915, fondò l’Association for the Study of African American Life and History (Associazione per lo Studio della Vita e della Storia Afroamericana). Realizzò inizialmente una mostra dedicata, poi — con i pochi fondi e supporti che ricevette — creò assieme ai suoi colleghi il Journal of African American History, primo giornale dedicato alla storia afroamericana, sostenendo che essa meritasse di essere ricordata e studiata.
Nel 1926 annunciò la Negro History Week: una settimana di febbraio dedicata alla cultura dei neri per celebrare non solo la storia, ma anche la loro capacità in musica, arte e letteratura, durante la quale insegnanti ed educatori avrebbero messo in scena rievocazioni storiche ed attività sponsorizzare dalle imprese locali.
Con questa manifestazione, Woodson non voleva solo combattere gli stereotipi razzisti riservati alla comunità nera, ma cercava anche di costruire un senso di orgoglio nelle persone di discendenza africana. La settimana divenne parte integrante dell’istruzione nelle Freedom Schools, che durante il movimento per i diritti civili offrivano un’istruzione alternativa a quella scadente fornita ai neri dal sistema scolastico del sud — le spese per l’istruzione di uno studente nero erano circa un quarto di quelle riservate ad uno studente bianco — secondo il motto “separati ma uguali”.
Woodson morì nel 1950, nel 1975 il Presidente Gerald Ford ritenne “decisamente opportuno” dedicare una settimana in segno di riconoscimento alla comunità afroamericana per il loro contributo alla cultura americana, e nel 1976 la settimana venne estesa all’intero mese di febbraio. Nel febbraio del 1986 il Congresso approvò una legge che designò il mese di febbraio come il Mese della Storia nazionale degli afroamericani.
Il 25 maggio 2020, a Minneapolis Minnesota, un uomo di nome George Perry Floyd Jr. viene ucciso da un poliziotto dopo essere stato arrestato con l’accusa di aver usato una banconota da 20 dollari falsa.
Le sue ultime parole, “I can’t breath”, una richiesta di aiuto mentre il poliziotto lo teneva a terra bloccandogli il respiro, sono destinate a diventare un grido di lotta durante le manifestazioni che seguiranno, portate avanti dal movimento Black Lives Matter — movimento attivista internazionale per la lotta al razzismo, che prende il nome da un hashtag divenuto celebre nel 2013 dopo l’assoluzione di un poliziotto colpevole dell’omicidio di un diciassettenne di colore. Nonostante fossimo in piena pandemia, le manifestazioni presero piede non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.
Una storia simile è quella che ci viene raccontata da Angie Thomas nel suo romanzo The Hate U Give – Il Coraggio della Verità edito Giunti Editore e uscito in Italia nel 2017 — ben tre anni prima della morte di Floyd. Starr, ragazza nera divisa tra un quartiere minacciato dalle gang e una scuola prestigiosa pronta ad avviarla verso un futuro migliore, assiste all’uccisione del suo migliore amico Khalil da parte di un poliziotto. Il suo mondo viene stravolto — non solo dalla tragedia, ma da una nuova consapevolezza che questa l’ha portata ad affrontare: “essere neri è una figata, finché non diventa un problema”.
L’episodio finisce sulle prime pagine dei giornali e Khalil viene messo alla gogna: viene chiamato delinquente, spacciatore e l’idea comune presto diventa che si sia meritato quella fine. Eppure Starr sa la verità. Starr sa che se si viene arrestati non bisogna fare movimenti bruschi, né parlare se non si è interpellati. Sa che anche solo il colore sulla sua pelle, se visto attraverso gli occhi sbagliati, può risultare una minaccia. Sa che Khalil è un bravo ragazzo. E sa che quel poliziotto non aveva alcun motivo di ucciderlo.
Mentre la polizia non sembra interessata a chiarire la questione, cominciano le proteste: tutti chiedono giustizia per Khalil e vogliono sapere cos’è successo veramente quella notte, ma l’unica che sa la verità è Starr.
A pensarci, la somiglianza tra i casi è inquietante, a tratti spaventosa. Forse perché, in società in cui il razzismo dilaga come una minaccia non troppo silenziosa, il modus operandi di chi attua questi crimini d’odio è sempre lo stesso.
Ce ne sono centinaia di storie come questa, migliaia, e si ripetono tutti i giorni in tanti modi diversi. Perché un crimine d’odio non è solo un omicidio: è una battuta sciocca, è il bullismo, è la presa in giro, è l’isolamento di persone che non hanno nulla di diverso da noi se non un tratto estetico.
È per questo motivo che ricorrenze come il Black History Month non andrebbero sottovalutate, ma anzi, incentivate nelle scuole, nelle famiglie e attraverso i social media.
Da anni ormai la comunità bookstagram — una parte molto attiva di Instagram dedicata ai libri — si cimenta ogni febbraio in letture a tema dedicate alle
storie delle persone afroamericane.
The Hate U Give è solo uno dei tanti titoli, perciò eccone altri da cui partire:
La Linea del Colore di Igiaba Scego
E Poi Basta di Espérance Hakuzwimana Ripanti
Il Colore Viola di Alice Walker
Io So Perché Canta l’Uccello in Gabbia di Maya Angelou
La Metà Scomparsa di Brit Bennet
Il Diritto di Contare di Margot Lee Shetterly
Curiosità:
- A Febbraio si celebra il Black History Month anche in Italia, precisamente a Firenze, con un festival dedicato alla storia e alla cultura afroamericana che coinvolge circa 40 luoghi all’interno della città toscana; dal cinema alla cucina, dal teatro all’arte, sono previste varie attività a tema per tutto il mese.
- Il titolo The Hate U Give forma parte dell’acronimo THUG LIFE (“vita da teppista”), che il rapper Tupac interpretava come The Hate U Give Little Infants Fucks Everybody — ovvero, “l’odio che dai ai bambini fotte tutti”, o “quello che la società ci vomita addosso da piccoli le si rivolta contro quando ci incazziamo”, come dirà Khalil nel romanzo.
Beatrice Barel, Lumi Online Journal