Nel novembre 2023, lungo la costa nord-orientale della Sardegna, è stata scoperta casualmente una preziosa collezione di monete in bronzo risalenti al IV secolo d.C. Il ritrovamento, attribuibile al periodo della riforma di Diocleziano, potrebbe essere collegato a un presunto relitto romano, suscitando un grande interesse archeologico.
Presso la costa nord-orientale della Sardegna (Arzachena), all’inizio di novembre del 2023, è stato trovato casualmente un gruppo di monete in bronzo. Queste monete sono attribuibili al tipo monetario del follis, coniato con la riforma di Diocleziano del 294 d.C. Questo conio fu utilizzato sia nell’Impero Romano che successivamente nella metà orientale dell’Impero (Costantinopoli). Si stima che siano emersi tra i 30.000 e i 50.000 esemplari e, secondo Luigi La Rocca, responsabile della Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio (DG ABAP), questo ritrovamento rappresenta uno dei più importanti nell’ambito numismatico degli ultimi anni. L’ultima grande scoperta di monete risale al 2013, quando a Seaton (Regno Unito), un uomo rinvenne con il metal detector 22.888 follis.
Il deposito risale alla prima metà del IV secolo d.C. Emergono anche pareti di anfore di produzione africana e orientale. La scoperta è avvenuta per mano di un cittadino durante un’immersione, tanto che il giorno successivo il nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro, insieme ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, ha effettuato una ricognizione nel tratto di mare coinvolto, insieme a tutte le parti interessate. In questo contesto sono emerse due aree di dispersione delle monete in un grande spiazzo di sabbia tra la spiaggia e la posidonia, dove, sulla base della posizione e della morfologia del fondale, si presumerebbe siano presenti i resti di un antico relitto di epoca romana. Questo potrebbe spiegare la presenza di una grande quantità di monete in questo tratto di mare.
Le monete, ad eccezione di quattro esemplari danneggiati, sono in gran parte ben conservate e leggibili. Si datano tra il 324 (epoca di Licinio) e il 340 d.C. (epoca di Costantino il Grande) e includono monete di Costantino, ma anche esemplari di altri membri regnanti della sua famiglia. Non sono presenti le centenionales, monete coniate a partire dal 346 d.C. Le monete presentano figure alate in armatura, militari con stendardi, la lupa con i gemelli e corone d’alloro. Le coniazioni provengono principalmente dalle zecche imperiali, escludendo Antiochia, Alessandria e Cartagine.
Successivamente, verranno avviate le operazioni di restauro e conservazione del gruppo di monete, che consentiranno di comprendere meglio i reperti rinvenuti, in particolare le ricerche si concentreranno su aspetti legati alla datazione, all’iconografia e alla provenienza. Inoltre, l’indagine approfondirà il contesto del ritrovamento al fine di verificare la presenza effettiva del relitto, individuare il punto di partenza dell’imbarcazione e le dinamiche che hanno portato al naufragio al largo delle coste della Sardegna.
Andrea Campione, Lumi Online Journal