L’importanza del riposo e come ottimizzarlo

L’importanza del riposo va oltre il semplice dormire, abbracciando lo svago e il rilassamento. Nel contesto degli atleti di élite, il recupero è cruciale per migliorare le performance e prevenire overtraining e burnout.

Il riposo non necessariamente coincide con l’attività del dormire. Molto spesso, per riposo si intende anche lo svago, la mindfulness e semplicemente essere in uno stato di rilassamento. Perché riposarsi è importante? Persino nei programmi di allenamento degli atleti di vertice, il recupero è considerato parte essenziale del processo di miglioramento delle performance. Infatti, per quanto riguarda la componente fisiologica, i tessuti e i meccanismi di feedback omeostatici hanno un tempo di latenza per sviluppare un adattamento efficace volto a standardizzare una condizione di base sempre più performante. Per quanto riguarda le implicazioni psicologiche, è essenziale mantenere un grado motivazionale alto e scongiurare il rischio di burnout, che può sfociare in una condizione mentale non idonea alla massima espressione del proprio potenziale.

Quando non si cura il riposo, si sfocia inevitabilmente in overtraining per gli sportivi e in burnout per le persone comuni. I primi non vedono miglioramenti di performance ma addirittura peggioramenti; i secondi si sentono stremati e demotivati, sfociando a volte in psicopatologie.

Sebbene il dormire, con modalità precise, abbia un ruolo fondamentale, esistono delle metodologie utili al recupero e all’ottimizzazione delle fasi del riposo. Tra queste possiamo osservare il training autogeno, il quale, tramite una suggestione auto-indotta, spinge se stessi a autoconvincersi di essere rilassati, permettendo un effettivo miglioramento del recupero. Simile ma non uguale è la tecnica di rilassamento di Jacobson che, idealmente sdraiati ad occhi chiusi e guidati da un tecnico che ne conosce il funzionamento, stimola il rilassamento fisico tramite alternanze di contrazioni e rilasci dei singoli distretti corporei per favorire la decontrazione muscolare. Un’applicazione efficace è la sinergia tra il training autogeno e la tecnica di Jacobson che vede sia una efficacia fisica che mentale, unendo il concetto di contrazione come sinonimo di lotta e il rilascio come momento di riposo dopo la vittoria. Ad esempio, nel contrarre gli arti superiori ci si può suggestionare con “Raccogli tutte le tue paure nel palmo della tua mano, stringile, sgretolale, falle sparire” (si serra il pugno con una contrazione massimale). A seguire, dopo pochi secondi di contrazione, “Hai vinto, sei riuscito a vincere le tue paure, le hai afferrate e fatte sparire, riposati dopo questa dura lotta e rilassati nella meritata serenità” (si rilascia la muscolatura interessata dalla precedente contrazione). Sebbene queste possano sembrare tecniche unicamente riservate agli sportivi, anche nella vita quotidiana si possono applicare soprattutto in momenti di particolare stress emotivo e fisico, ricordandoci che mente e corpo sono parte di un unico sistema “io” e che quindi sono in stretta relazione l’uno con l’altro.

Ovviamente esistono molte altre metodologie volte ad ottimizzare il recupero, come la massoterapia, la crioterapia, alcune forme di ipnosi, la meditazione e così via. L’importanza del recupero è essenziale, soprattutto per mantenere il proprio equilibrio psicofisico ed affrontare, giorno dopo giorno, le sfide della vita quotidiana nel miglior modo possibile.

Nicolò Loreti, Lumi Online Journal

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