“Il Carnevale degli animali” di Saint-Saëns, inizialmente tenuto segreto per preservare la serietà del compositore, offre un viaggio musicale attraverso il regno animale, combinando umorismo e satira. Nato durante una festa di carnevale nel 1866, l’opera raffigura gli animali attraverso gli strumenti musicali, in una narrazione giocosa che continua a incantare gli ascoltatori in tutto il mondo.
Se le cose fossero andate secondo il volere di Saint-Saëns, la sua composizione di gran lunga più nota, Il Carnevale degli animali, non sarebbe mai stata conosciuta dal pubblico di tutto il mondo. Per tutta la sua vita, infatti, egli si rifiutò di pubblicarla, questa “grande fantasia zoologica” scritta nel 1866, considerandola niente più che uno scherzo. Ma i reali motivi di tale divieto alla pubblicazione erano il suo timore che l’esecuzione pubblica della deliziosa partitura potesse compromettere la sua immagine di compositore “serio”, ma soprattutto il fatto che quegli animali rappresentavano un’ironica carrellata di personaggi dell’ambiente musicale parigino. Insomma, a Saint-Saëns non sembrò opportuno pubblicare una partitura così “scottante”, che avrebbe potuto nuocere alla sua carriera (si pensi ai critici musicali che Saint-Saëns trasforma, nel suo zoo, in asini o in fossili). Proibì quindi che venisse data alle stampe prima della sua morte, ad eccezione del penultimo brano, “Il cigno”, pezzo che divenne ben presto cavallo di battaglia di moltissime ballerine. Dunque, il 9 marzo 1866, sera di martedì grasso, alla festa privata di carnevale dell’anziano violoncellista Charles Lebouc, prese vita questa “fantasia” destinata ad undici strumenti (2 pianoforti, flauto (anche ottavino), clarinetto, glockenspiel, xilofono, 2 violini, viola, violoncello, contrabbasso), con Saint-Saëns in persona, che, indossando una maschera facciale zoomorfa, suonò uno dei due pianoforti.
Fin dai tempi più antichi, il regno animale ha catturato la fantasia dei compositori, ma nel nostro caso, ad eccezione del ruggito del leone, del chiocciare delle galline, del canto del gallo e del ragliare delle “persone dalle lunghe orecchie”, lo scopo di Saint-Saëns, nella maggior parte di questa parata, fu l’evocazione, più che l’imitazione degli animali. La corsa precipitosa degli asini selvatici è rappresentata in modo molto vivido da rapide scale dei due pianoforti; l’alzarsi in volo degli uccelli nella voliera è descritto da uno scintillante suono di flauto…e così via.
E Saint-Saëns trova anche spazio per esprimere il suo scoppiettante umorismo, non solo nell’aperta canzonatura dei pianisti (apparentemente catalogati come una bassa forma di vita animale), descritti mentre svolgono maldestri esercizi al pianoforte, ma anche attraverso scherzi di carattere più parodistico; ecco dunque le tartarughe che si trascinano faticosamente sostenendo il Can Can di Offenbach; l’elefante (impersonato dal contrabbasso) che si muove pigramente nel Valzer delle
Silfidi di Berlioz. E tra i fossili (i famosi critici musicali) di cui l’autore si prende gioco, cita la sua stessa Danza macabra, insieme a tre canzoni popolari e a un frammento del Barbiere di Siviglia di Rossini. Una burla, dunque, uno scherzo, una maschera, una smorfia, una linguaccia, qualcosa che sfugge di mano come i coriandoli a Carnevale. Un mondo al contrario, pieno di animali saltanti, che superano, nel prodigio ineffabile della musica, anche i propri limiti anatomici e la forza di gravità: leoni ruggenti, cigni soffici e delicati, ma anche canguri che insegnano agli elefanti come slanciarsi verso il cielo senza paura, pesci che guizzano nei loro “glissando” luminosi, per rotolare forse nell’aria…Una metafora della vita, che si sposta tra acqua, aria e terra in un continuum armonico sempre nuovo e imprevedibile, come la musica. In un progressivo crescendo…crescendo, trascinante fino al… finale!
A seguire proponiamo alla curiosità dei lettori, l’ordine esatto dei pezzi con cui
i personaggi musicali di Camille Saint-Saëns sfilarono in quel lontano
Carnevale e continuano a sfilare per noi, in tutte le sale da concerto del
mondo.
Grande fantaisie zoologique Camille Saint-Saëns (1835 – 1921)
- Introduzione e marcia reale del leone – Andante maestoso
- Galli e galline – Allegro moderato
- Emioni (animali veloci)) – Presto furioso
- Tartarughe – Andante maestoso
- L’Elefante- Allegretto pomposo
- Canguri – Moderato
- Acquario – Andantino
- Personaggi dalle lunghe orecchie – Tempo ad libitum
- Il cucù in fondo al bosco – Andante
- Voliera – Moderato grazioso
- Pianisti – Allegro moderato
- Fossili – Allegro ridicolo
- Il Cigno – Andantino grazioso
- Finale – Molto allegro
Mirella Mostarda, Lumi Online Journal