L’inclusività è anche avere la possibilità di vedere un film. Ce lo spiega il Festival INCinema

Parliamo di INCinema – Festival del Cinema Inclusivo, che dopo le tappe di successo in varie città italiane, è approdato anche al Cinema Massimo di Torino. Un evento unico che promuove l’accessibilità cinematografica e contribuisce a segnare una svolta nella cultura inclusiva italiana.


Dopo il successo delle prime proiezioni a Firenze, Lecce, Roma e Udine, l’INCinema – Festival del Cinema Inclusivo arriverà al Cinema Massimo di Torino in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino e l’Associazione +Cultura Accessibile. L’8 e il 9 gennaio, Torino diventa il palcoscenico di un evento che contribuisce a segnare una svolta nella cultura accessibile italiana.

Nel primo giorno a Torino, la tavola rotonda intitolata “Il cinema per tutti. A che punto siamo?“. in cui hanno partecipato figure di spicco come la presidente di +Cultura Accessibile, Daniela Trunfio, la disability manager Anna Di Domizio, Paolo Manera di Torino Piemonte Film Commission e molti altri. L’obiettivo è quello discutere dello stato dell’accessibilità dell’audiovisivo in Italia, della sua valenza universale e delle nuove professioni legate al mondo dell’accessibilità culturale.

Il programma prevede cinque proiezioni accessibili, tra cui il cortometraggio molto apprezzato anche fuori dall’Italia “Il Moro” di Daphne Di Cinto, che narra la storia del figlio illegittimo e nero di Papa Clemente VII nella Firenze del ‘500, e i lungometraggi “Palazzo di giustizia” di Chiara Bellosi, “Dirty Difficult Dangerous” di Wissam Charaf, “La vita è una danza” di Cédric Klapisch e “La scelta di Anne” di Audrey Diwan. Quest’ultimo ha riscosso una notevole attenzione, vincitore del Leone D’Oro al 78° festival del cinema di Venezia, parla di una ragazza del 1963 che deve scegliere se avere una gravidanza inaspettata o abortire e continuare a seguire altri sogni di vita.

Questo festival, il primo del genere in Italia, si impegna a offrire un’esperienza cinematografica inclusiva con sottotitoli per le persone sorde e ipoacusiche, e audiodescrizione per le persone cieche e ipovedenti. L’accessibilità non si limita alle proiezioni cinematografiche, ma si estende a tutte le attività collaterali del festival, come masterclass, incontri con gli autori e interviste con attori e registi. Queste attività saranno rese accessibili al pubblico con disabilità uditiva attraverso trascrizioni in tempo reale.

Il Festival, promosso da SUB-TI e SUB-TI ACCESS, in collaborazione con MYmovies, EARCATCH e EASYREADING, si propone di contribuire alla promozione di una cultura dell’accessibilità, allineandosi con la nuova normativa europea (European Disability Act). Molti dei film in programma sono disponibili online sulla piattaforma MYmovies, ampliando così la portata dell’accessibilità cinematografica.

L’ideatore del festival, Federico Spoletti, sottolinea che l’accessibilità alla cultura deve essere garantita a tutti, poiché questo cambiamento culturale in Italia è necessario. INCinema rappresenta già un passo avanti significativo verso l’accessibilità e l’inclusione nel settore cinematografico italiano, consentendo alle persone con disabilità sensoriali di godere appieno delle opere cinematografiche. L’attenzione posta nel rendere i film accessibili alle persone con disabilità sensoriali riflette un impegno a seguire i principi di inclusione adottati in alcuni paesi. Con una grande fetta di persone che, a un certo punto della propria vita, sperimenta una qualche forma di disabilità, INCinema vuole evitare la discriminazione e la disuguaglianza.

Il programma del festival, come si può notare, include una selezione di opere provenienti da cinematografie diverse, già premiate nei principali festival nazionali e internazionali. INCinema mira anche a coinvolgere le scuole secondarie, contribuendo così alla formazione dei giovani su questo tipo di temi e sensibilità. Con la tecnologia attuale e la crescente consapevolezza, l’INCinema Film Festival rappresenta un’opportunità per chi in passato avrebbe potuto avere difficoltà a vedere un film, perché un buon film non dovrebbe essere negato a nessuno.

Angelica Irene Giordano, Lumi Online Journal

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