Nella necropoli etrusca dell’Osteria a Vulci, una recente scoperta ha svelato la ‘tomba 58’, risalente al VII secolo a.C., aperta lo scorso ottobre. La tomba, mai individuata prima, contiene reperti preziosi e offre uno sguardo sulla vita dell’antica civiltà etrusca.
Le necropoli etrusche sono ancora una grandissima fonte di scoperte archeologiche a distanza di decenni; tanto che ad aprile 2023, nella necropoli dell’Osteria situata a Vulci, è emersa una nuova sepoltura denominata “tomba 58” aperta solamente il 27 ottobre scorso alla presenza delle autorità competenti. Risale al VII secolo a.C. e non fu saccheggiata, perché secondo Simona Carosi, responsabile del Parco naturalistico archeologico di Vulci, la tomba “[…] non era mai stata individuata, posta accanto ad un’altra camera sepolcrale, gli scavatori clandestini hanno evidentemente trovato un primo ambiente per poi allontanarsi senza scoprirla”.

Struttura architettonica e reperti Blocchi di tufo ne bloccavano l’ingresso e alla struttura si accedeva tramite un dromos (corridoio) a gradini, che portava ad un elemento arcuato il quale permetteva di accedere a due stanze, una frontale e una a sinistra, mentre risulta assente la camera di destra, probabilmente a causa della presenza di altre tombe. La prima camera, rimasta inviolata, ha restituito quattro anfore etrusche utilizzate per trasportare vino locale, olle e pithoi, vasi in bucchero e in ceramica etrusco-corinzia, un calderone bronzeo e chiodi alle pareti, utilizzati per apprendere festoni e oggetti. La seconda camera, saccheggiata in antico, ha rivelato la presenza di due anfore contenenti vino provenienti probabilmente dell’sola greca di Chio, con ceramiche ioniche, corinzie ed etrusco-corinzie, oltre a buccheri e altre produzioni di ceramiche locali. Sono emersi anche oggetti in ferro, coppe e una tovaglia per il rito dell’ultimo pasto e la presenza di questo ricco corredo ha indicato l’alto ceto sociale dei possessori di questi oggetti, che sarà ulteriormente indagato dagli archeologi. Ora per gli archeologi si prospetta un intenso lavoro di messa in sicurezza, di indagine e classificazione dei reperti, in attesa di ulteriori scoperte in uno dei territori più ricchi della Regione Lazio, dove il lavoro storico e archeologico sarà ancora piuttosto lungo.
Andrea Campione, Lumi Online Journal