COP28, dall’Abbandono alla Transizione fuori dai fossili

La Cop28 si è conclusa con un accordo tra i 198 paesi, stabilendo il “Global Stocktake” in conformità con i precedenti obiettivi del 2015 di Parigi. Tuttavia, la transizione dall’uso dei combustibili fossili entro il 2050 rimane ambigua, sollevando interrogativi sul suo effettivo impatto.

Martedì 12 dicembre si è conclusa la Cop28, la conferenza sul Clima, organizzata dalle Nazioni Unite. Dopo 14 giorni, uno in più del previsto, i 198 paesi sono riusciti a trovare un accordo e a stabilire il contenuto del “Global Stocktake“, un impegno globale che tiene conto e assimila quanto stabilito dalla Conferenza di Parigi nel 2015: l’obiettivo di non superare di un grado e mezzo il livello delle temperature raggiunto nel periodo preindustriale. Il Patto sancito contiene delle importanti novità, ma delude su quello che è, forse, il suo punto centrale. Si è passati, infatti, dal fissare un chiaro e netto obiettivo all’abbandono dei combustibili fossili, al prevedere una “transizione, da svolgere in modo giusto e ordinato, fuori dal loro utilizzoentro il 2050, una deadline fondamentale scientificamente per la lotta al cambiamento climatico e all’innalzamento delle temperature. Il problema dell’utilizzo delle parole “transizione fuori dal fossile” risiede nella loro ambiguità e nell’intrinseca difficoltà che hanno nello stabilire per i Paesi un obbligo concreto e ben delineato. Non si capisce, invero, se il dovere che ne scaturisce è quello di eliminare completamente l’uso dei combustibili per quell’anno. Ciononostante, l’Accordo della Cop28 è stato il primo documento internazionale in cui gli Stati hanno messo per iscritto che l’eliminazione dei combustibili fossili, includendo tra questi, esplicitamente, anche petrolio e gas, è essenziale per il futuro del pianeta. Non solo, viene anche sancito il triplicare l’impiego delle energie rinnovabili, il raddoppiare dell’efficienza energetica e per la prima volta viene citata, accanto alle fonti green, l’energia nucleare. È stato previsto, infatti, di velocizzare l’impiego di nuove tecnologie e di fermare l’effetto serra dell’anidride attraverso la cattura del carbonio. Impegni stabiliti internazionalmente che vincolano l’Italia nella stesura del nuovo Piano Energia e Clima, strumento che delinea gli obiettivi delle politiche nazionali in tema energetico e ambientale.

Elisa Marino, Lumi Online Journal

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