Stonehenge, il monumento megalitico che si erge come un enigma nella storia umana. Dal suo significato intricato alla complessa costruzione, viaggiamo attraverso i secoli per scoprire i segreti di questo sito iconico, simbolo di antiche comunità e luogo affascinante ancora oggi.
Nella lunga e complessa storia dell’umanità sono tanti i misteri ancora irrisolti: uno di essi è il misterioso sito di Stonehenge. Il complesso di pietre megalitiche si erge isolato nel verde custodendo segreti lungi dall’esser rivelati. Sono tante le domande che gli studiosi si sono posti: chi lo costruì? A quale scopo? Cosa simboleggia? Ma, soprattutto, come venne costruito?
Il sito di Stonehenge si trova ad Amesbury, nello Wiltshire, a circa 130km da Londra e a 13km da Salisbury. La ricostruzione storica pare sia giunta ad una stima pressoché attendibile riguardo l’origine del sito, che sarebbe stato eretto circa nel 3100 a.C. supponendo un arco cronologico di costruzione lungo ben 1600 anni. Si suppone che il cromlech – termine bretone traducibile in “circolo di pietre” -, contasse inizialmente ben 160 pietre in rapporto alle attuali 93 disposte secondo due cerchi ideali: uno interno ed uno esterno.
L’attuale definizione è tuttavia frutto di lavori e restauri effettuati tra XIX e XX secolo, conclusi ufficialmente nel 1964 dopo aver cambiato posizione dei megaliti più volte. La costruzione di tale complesso è, a oggi, ancora non ben attribuita. Si ritiene che esso sia stato eretto da diverse comunità unite dalla medesima pratica religiosa, che si impegnarono ad innalzare un centro religioso permanente. Poco lontano da Stonehenge è stato inoltre rinvenuto il villaggio di Durrington Walls, costituito da 25/30 abitazioni usate dagli antichi operai impegnati nel sito come appoggio per loro ed eventuali famiglie. Ciò lascia supporre, secondo gli studiosi, un complesso fenomeno di attrazione da parte degli abitanti della zona, derivata dalla costruzione di Stonehenge, vista come opera eccezionale anche per l’epoca e che, inoltre, conferì ai villaggi vicini un enorme prestigio.
I principali misteri di Stonehenge sono comunque legati al suo significato e alla sua complessa costruzione. John Aubrey e Isaac Newton attribuirono rispettivamente all’opera la funzione di calendario astronomico e l’intento di rievocazione del sistema solare; l’archeologo Parker Pearson, sostenuto da Richard Madgwick, ritiene che esso fungesse da collante, da terreno neutrale nel quale le tante popolazioni neolitiche potevano conciliare le differenze culturali. Sempre Magdwick ha recentemente dichiarato che il complesso potrebbe essere stato il “Glastonbury (festival) di quei tempi” dove le persone convergevano in determinati periodi. La tesi di Magdwick è confermata da Vincent Gaffney, archeologo all’Università di Bradford, il quale spiega che questi antichi popoli vivevano “una società che non era monolitica, immobile, ma al contrario era flessibile, interattiva. C’erano movimenti di beni e, a quanto pare, anche movimenti di elementi sostanziali della cultura materiale”. La costruzione avvenne faticosamente lungo un periodo di ben 1600 anni: lascia ancora perplessi il modo nel quale i giganteschi massi vennero spostati. Gli archeologi suppongono che essi vennero trasportati tramite slitte trainate da decine di uomini e fatte scivolare su rulli, un metodo impiegato probabilmente anche per la costruzione delle piramidi egiziane. Ma da dove provenivano i massi? Secondo recenti studi da un sito lontano circa 30km, mentre i massi di dimensioni inferiori addirittura da oltre 200km, dal Galles, tanto che Susan Greanay spiega che “non appena si abbandonano i preconcetti moderni secondo i quali il popolo neolitico avrebbe cercato il modo più efficiente di costruire Stonehenge, le domande sul perché le pietre siano state portate da così lontano sembrano superflue”.
Raoul Ciaffone, Lumi Online Journal