Il misterioso viaggio della testa di Mercurio: trafugata, smarrita e finalmente ritrovata

Dal furto al misterioso peregrinare nei depositi museali, la testa di Mercurio ha attraversato 45 anni di enigmi e peripezie. L’avvincente racconto del suo incredibile ritrovamento e il ritorno al suo antico splendore nelle Terme di Baia.

Ritrovamento della testa di Mercurio

Era il 1978 quando la testa di una statua, quella del dio Mercurio, venne brutalmente staccata dal resto del corpo, trafugata e quindi perduta. Nell’anno successivo, il 1979, le ricerche senza sosta dei Carabinieri addetti alla tutela del patrimonio culturale rintracciarono inspiegabilmente il reperto nella Glyptothek di Monaco di Baviera; pochi mesi dopo, il prezioso capo venne restituito ma, in modo del tutto incredibile, di nuovo perduto nei depositi del Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN) a causa dell’enormità di materiale in essi custodito. Una sfortunata storia, una maledizione che fino ad oggi è stata un vero e proprio mistero, fortunatamente concluso con un lieto fine: dopo 45 anni di assenza, gli archeologi sono riusciti a rintracciarla con ancora un giornale del 1979 ad avvolgere il manufatto, che è stato immediatamente posizionato al proprio posto, nel luogo dove gli antichi romani avevano voluto la statua di Mercurio.

Breve storia di Mercurio

La statua si trova nella grande culla archeologica dei Campi Flegrei, un’area ricca di antiche storie, uno dei luoghi più suggestivi della Campania, emblema di una ricchezza culturale che ha lasciato tracce imponenti di sé. Precisamente siamo nelle Terme di Baia, nell’enorme complesso archeologico di Baia che include anche il parco sommerso; Hermes (questo il nome greco di Mercurio) era uno dei dodici Olimpi, cioè la ristretta cerchia che includeva le maggiori divinità della religione greca, figlio di Zeus e di Maia (una delle Pleiadi), considerato il messaggero degli Dei, il dio dei viaggi, del commercio, dei ladri e delle discipline atletiche. Nella mitologia romana, come detto, prese il nome di Mercurio il quale, sebbene sia un dio di origine etrusca, condivide la quasi totalità delle caratteristiche dell’Hermes greco.

Scavi

Gli scavi nel complesso ebbero inizio nel 1941 e fu Amedeo Maiuri a rinvenire la statua, riversa a terra come se fosse caduta, nel luogo dove attualmente è collocata: quando venne rialzata si notò immediatamente che le labbra e la zona della bocca avevano assunto irrimediabilmente un colorito rossastro penetrato in profondità nel marmo, a causa dell’argilla sulla quale era riversa. Anche grazie a questa particolarità la testa della statua è stata facilmente riconosciuta ma, nonostante ciò, fu comunque smarrita per un tempo alquanto lungo, con grande disappunto dell’allora Ministero per i beni culturali e ambientali (oggi Ministero della cultura – MiC). Fortunatamente questo lieto fine non ci ha privato di ammirare nuovamente la statua nella sua interezza, in quella grande culla di compresenze dove la società si è evoluta immersa tra le antiche e maestose rovine degli antenati.

Raoul Ciaffone, Lumi Online Journal

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