La fatica è una sensazione comune che tutti sperimentiamo sia durante l’attività motoria che nella vita quotidiana. Ma quali sono i fattori che influenzano la fatica? Quali strategie adottare per contrastarla? In questo articolo, esploreremo i determinanti fisiologici e psicologici della fatica e come riuscire a controllarla.
Determinanti fisiologici della fatica
I determinanti fisiologici della fatica possono includere fattori come la riduzione di molecole energetiche utili all’attività muscolare e all’attività cerebrale, la condizione di acidosi e l’alterazione omeostatica sistemica (aumento della temperatura, disidratazione, ecc.).
Il corpo umano utilizza continuamente molecole energetiche non solo per far movimento o utilizzare le facoltà cognitive, ma anche semplicemente per mantenere la temperatura o le funzioni cellulari. La riduzione delle riserve energetiche innesca un meccanismo di controllo -la fatica- che porta il corpo a lavorare a basso regime per preservare la salute di sé stesso. L’acidosi, aspetto più complesso, è una variazione del pH interno dovuto al metabolismo energetico che “bruciando” molecole energetiche, produce ioni H+. Sia l’acidosi che le variazioni omeostatiche sistemiche non sono altro che variazioni di parametri in cui il nostro corpo ha bisogno di trovarsi per “funzionare” nel miglior modo possibile. In questo caso, la sensazione di fatica è riconducibile anche ad una condizione interna non ottimale che altera le funzioni fisiologiche stesse e ne determina una minore efficienza in termini di capacità cognitive e motorie.
Determinanti psicologici della fatica
Dal punto di vista psicologico, i determinanti della fatica possono includere la motivazione e la propria percezione della fatica.
La motivazione può influire sulle prestazioni atletiche e cognitive, poiché una persona motivata potrebbe essere in grado di “superare” la fatica e continuare a svolgere un’attività fisica o mentale anche durante condizioni di affaticamento. La percezione dello sforzo si riferisce alla personale percezione del senso di fatica. Questo determinante varia da persona a persona sia per fattori genetici, per la tipologia di compito effettuato che per le abitudini quotidiani personali.
Metodologie che tamponano la fatica
Benché molti meccanismi sottostanti la fatica sono ancora sconosciuti, da moltissimo tempo si lavora per ricercare metodologie per contrastare l’affaticamento, sia nello sport che nella vita quotidiana. Basti pensare agli esercizi di mindfulness e tecniche di rilassamento fisico come la massoterapia.
- Allenamento: L’allenamento personalizzato per le proprie esigenze può migliorare l’efficienza fisica e la capacità di tollerare la fatica.
- Alimentazione adeguata: Una dieta equilibrata può fornire al corpo le molecole di cui ha bisogno per raggiungere il bilancio energetico e i substrati necessari al mantenimento dell’equilibrio omeostatico.
- Strategie mentali: Utilizzare strategie mentali come l’imagery, il training autogeno e la concentrazione possono aiutare a predisporre un buon approccio cognitivo alla causa della fatica.
- Riposo adeguato: Il riposo e il recupero sono fondamentali per consentire al corpo di recuperare. La qualità e la durata del sonno sono i determinanti di un corretto recupero psico-fisico.
- Tecniche di rilassamento: Utilizzare tecniche come il rilassamento di Jacobson, aiutano il nostro corpo a passare da una fase di stress ad una fase rilassata ottimizzando i tempi di recupero.
Sapere da cosa è causata la fatica e quali metodologie utilizzare per contrastarla è utile sia per prestazioni atletiche che per la vita di tutti i giorni; ricordando, però, che è un chiaro segnale che il corpo ci invia per salvaguardare la propria integrità psico-fisica. La fatica non va mai trascurata.
Nicolò Loreti, Lumi Online Journal, 2023